Quando un investimento non è un investimento: il caso emblematico del fallimento Sun Contracting 1° parte
Il recente fallimento della società austriaca Sun Contracting è l’ennesima dimostrazione di quanto certi operatori del settore energetico proponessero prodotti più vicini al marketing che alla finanza reale. Molti investitori hanno scoperto troppo tardi che ciò che avevano in mano non era un investimento strutturato, bensì un sistema costruito senza solide basi economiche e con un rischio non comunicato in modo trasparente.
Prodotti venduti in modo ingannevole
Sun Contracting promuoveva contratti presentati come “partecipazioni energetiche” o “rendite da impianti fotovoltaici”, facendo credere ai clienti di acquistare quote di un’attività produttiva.
Nella realtà, gli investitori non erano proprietari degli impianti e non avevano alcun controllo sulla redditività effettiva. Il loro “rendimento” dipendeva unicamente dalla capacità della società di continuare ad acquisire nuovi capitali.
Quando il flusso si è interrotto, l’intero impianto finanziario si è afflosciato.
Rischi taciuti o minimizzati
Molti sottoscrittori non erano stati informati in modo adeguato su:
assenza di garanzie reali,
dipendenza totale dal modello commerciale della società,
rischio di perdita integrale del capitale,
assenza di vigilanza paragonabile a quella dei prodotti finanziari tradizionali,
sostenibilità economica degli impianti promessi.
Il risultato è stato prevedibile: quando i conti non hanno più retto, la società è collassata lasciando gli investitori senza strumenti di tutela.
Lezioni necessarie per chi investe in prodotti energetici “alternativi”
Diffidare dei rendimenti fissi in un settore dove i ricavi dipendono da sole, clima, efficienza e manutenzione.
Verificare sempre la solidità dell’emittente, non il fascino del settore.
Accertarsi della reale struttura legale del prodotto: si acquista una quota, un credito, un noleggio? Da ciò dipende la protezione giuridica.
Pretendere trasparenza nei costi, perché molti di questi progetti mascherano spese operative elevate che divorano il margine.
Controllare che vi sia vigilanza effettiva: se non c’è, il rischio sale in modo esponenziale.
La responsabilità del consulente
Un consulente serio non propone prodotti perché “di moda” o perché venduti con brochure accattivanti.
Il ruolo di una fiduciaria è proteggere il patrimonio del cliente, smontare i prodotti che non stanno in piedi, e dire chiaramente quando un’offerta non ha fondamenta economiche.
Il caso Sun Contracting non è un incidente isolato: è la conseguenza diretta di prodotti presentati con troppa leggerezza e di investitori lasciati senza un filtro tecnico adeguato.
Conclusione
La transizione energetica è importante.
Il green business può essere serio e profittevole.
Ma non tutto ciò che si presenta come “sostenibile” lo è davvero.
Serve competenza, verifica, controllo e soprattutto onestà professionale.
Confiass continuerà a ribadire una verità semplice: il denaro dei clienti non è un giocattolo.